BREVI CENNI STORICI
L’organo della Chiesa Arcipretale di Villanova Marchesana (RO) fu realizzato nell’ultimo quarto del Settecento da un ignoto costruttore di Scuola Veneta. Non rimane, purtroppo, alcuna documentazione d’archivio relativa all’organo anteriormente al 1817, anno in cui lo strumento esisteva già e sono annotati i pagamenti all’organista. L’organo di Villanova, di grande qualità ed accuratezza costruttiva, ebbe un importante restauro, nel 1930, ad opera della Ditta Zordan di Cogollo del Cengio (VI), che vi apportò anche alcune modifiche in gran parte eliminate nel corso del restauro, ad eccezione del mantice a lanterna e della bellissima (unica in Polesine) tastiera ricoperta in legno di ulivo. Lo strumento poi funzionò fino al 1968, anno in cui fu gravemente danneggiato dal disastroso incendio che colpì la Chiesa Arcipretale: le elevatissime temperature, infatti, provocarono la totale fusione delle canne in stagno della facciata, ad eccezione di due piedi, nonché la colatura delle saldature di quelle interne in piombo, determinando inoltre la cottura delle lamiere in quelle più piccole, alterandole nella caratteristiche meccaniche ed acustiche. Notevoli furono anche i danni da calore alle parti in legno ed alla decorazione pittorica della cassa armonica decorativa.
DESCRIZIONE
Organo costruito da autore ignoto di Scuola Veneta del tardo Settecento, collocato in cantoria in controfacciata, chiuso in cassa armonica decorativa lignea addossata alla parete. Prospetto in unica campata, a cuspide centrale con ali laterali ascendenti, costituito da 25 canne in stagno, labbro superiore a mitria, appartenenti al registro del Principale, canna maggiore: Do 1. Andamento delle bocche: rettilineo; profilo planimetrico: rettilineo. Alla base del prospetto le canne dei Tromboncini, in stagno, e del Violoncello in legno di cipresso.
Consolle a finestra.
Trasmissione meccanica sospesa.
Una tastiera, opera della Ditta Zordan, di 47 tasti, con prima ottava “corta”, estensione Do 1 – Re 5, diatonici ricoperti in legno di ulivo, cromatici in noce tinto di nero. Pedaliera originale, a leggio, di 17+1pedali con prima ottava “corta”, reali 12 note e costantemente unita alla tastiera, estensione Do 1 – Sol diesis 2, 18° pedale Tamburo.
Quadro fonico alla destra dell’organista; registri azionati da tiranti a pomello in noce dipinto di nero, con borchia frontale in ottone, disposti su 2 file verticali. Cartellini a stampa, ricostruiti nel restauro.
Disposizione fonica:
Principale Bassi Voce Umana Principale Soprani Flatuo in VIII Bassi Ottava Flauto in VIII Soprani Quinta Decima Flauto in Duodecima Decima Nona Cornetta Vigesima Seconda Viola Bassi Vigesima Sesta Viola Soprani Vigesima Nona Tromboncini Bassi Trigesima Terza Tromboncini Soprani Trigesima Sesta Violoncello Bassi Controbassi (Pedale) Violoncello Soprani Ottava Controbassi (Pedale) Tromboni (Pedale)
Accessori:
-Piano e Forte ( Tiratutti del Ripieno, a manovella ) -Manetta ad incastro, in legno, per l’inserimento della “Terza Mano”, posto sopra la tastiera. -Tamburo (18° pedale)
Somiere maestro a tiro, somiere della Basseria (idem) ad aria comandata con stecca per il registro dei Tromboni.
Crivello in legno; bocche delle canne: soprastanti, ad eccezione, come di consueto, della Voce Umana.
Manticeria costituita da un mantice a lanterna realizzato dalla Ditta Zordan nel 1930, collocato all’esterno della cassa, alimentato da elettroventilatore con possibilità manuale (azionamento a stanga).
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